Archive for the the right stuff Category

AMELIA EARHART – FELICE DI VOLARE

Posted in aviatrici famose, aviazione e letteratura, chuck yaeger, phoebe omlie, pitcairn PCA-2, powder puff derby, the right stuff with tags on 8 Maggio 2015 by ruotenelvento

AMELIA EARHART FELICE DI VOLARE

Nell’edizione italiana in copertina la Earhart è nell’abitacolo di uno Stearman Hammond Y, un bitrave di coda nato dal concorso patrocinato nel ’34 dal Bureau of Air Commerce per un aereo sicuro ed economico (sui 700 $). Indirettamente l’aviatrice americana compare anche in Peanuts, quando Piperita Patty e Marcie prendono il via con un… ehmmm… Sopwith Camel… in quello che la stampa avevano soprannominato Derby Piumino da Cipria: la Earhart era stata una delle protagoniste della prima edizione del ’29.

Esuberante e terribilmente curiosa, Amelia Earhart trascorre i primi anni del Novecento incerta sul futuro. Lavora, conforta i reduci della Grande Guerra e frequenta corsi a ispirazione: da quello di fotografia a quelli di medicina e di fisica all’Università, da quello di mimo (che le sarà utile nel lavoro di assistente sociale) a quello ovviamente di volo. Non erano anni facili per essere aviatore, tra immaturità dei materiali e linee di binari come unico riferimento in navigazione, figuriamoci per essere aviatrice. Earhart ce la fa, felice, sorridente e divertita – il titolo originale è The fun of it – e poi esplode col primo volo transatlantico di una donna, anche se solo da passeggera: era già brevettata, ma non aveva punto esperienza di volo strumentale. Comincia da qui il suo ingresso nell’aviazione, senza preclusioni, su tutto l’orizzonte. Promuove le ancora esitanti linee commerciali, soprattutto per trovare il modo per rendere familiare un mezzo completamente nuovo, visto con diffidenza, prima con la Transcontinental Air Transport e poi con il coinvolgimento personale nella New York – Philadelphia – Washington Airway. Questo intento didattico-rassicurante attraversa sia l’intera autobiografia, completata nel 1932, al ritorno dall’Atlantico in solitaria, che la rubrica su Cosmopolitan, un angolo della posta che non mancava di incoraggiare a seguire la passione per il volo. Un elemento estremamente interessante è che Amelia si dedicò con particolare impegno all’ala rotante – quella fruibile all’inizio degli anni Trenta, certo – pilotando per gli Stati Uniti un Pitcairn PCA-2. Oggi il settore degli autogiro riguarda solo gli ultraleggeri, ma il velivolo aveva la fusoliera di un aereo dalle dimensioni di uno Stearman, mosso da un Wright a 9 cilindri da 330 cavalli; come configurazione era ancora piuttosto freak, tanto da venire impiegato soprattutto come mezzo pubblicitario (quello della Earhart era sponsorizzato da un Marchio di burro di noccioline, cicche da masticare e altre sane delicatezze USA). L’autobiografia ripercorre infine a ritroso la storia di pioniere ed aeronaute – quelle del più leggero dell’aria – ma sempre con un occhio attento all’abbigliamento. Certe tipe come Pancho Barnes (quella dell’Happy Bottom Riding Club frequentato da Yaeger e gli altri con la stoffa giusta) o Phoebe Omlie, recordwoman d’altitudine e consigliera del Presidente; da Elinor Smith, che scatenò un bel po’ di casino passando sotto i ponti di New York ad un buon numero di wingwalker, paracadutiste, collaudatrici ed istruttrici, senza dimenticare quelle che dietro le quinte permisero all’aeronautica di svilupparsi in tutta la sua grandezza.

Amelia Earhart (traduzione di Michela Pezzarini), FELICE DI VOLARE, Elliot, Roma 2015 – Euro 17,50

Enrico Azzini per AVIODADA

Tom Wolfe – LA STOFFA GIUSTA

Posted in air crash, aviazione e letteratura, chuck yaeger, eagle claw, gemini spacecraft, john glenn, la stoffa giusta, the right stuff, tom wolfe with tags , , on 5 aprile 2012 by ruotenelvento

Nella tarda primavera del 1980 avevo da poco compiuto 13 anni. Sfogliando un settimanale, sembrava messo lì, uguale ad un manichino: c’è sempre qualcosa di terribile ed inquietante nella posa simmetrica di un essere umano: i simmetrici vivi sono quelli che commettono i delitti peggiori. Quella fu la prima immagine di un pilota – ma chi era PROPRIO quello con gli avambracci a 90° rispetto al deserto iraniano e poi i polsi a 90° rispetto agli avambracci accanto alla lamiera arrotondata e contorta? – carbonizzato: IRRICONOSCIBILE? Se i piloti – tutti – hanno molto a che fare col fuoco, la letteratura ha molto a che fare con i piloti che hanno a che fare col fuoco. C’è il pilota ustionato di Ballard, certo. Due persone notevoli (l’altra è ovviamente Thompson) hanno influenzato il mio modo di scrivere la cronaca ed è proprio grazie ai pilastri del “nuovo giornalismo” se non faccio più giornalismo. Ancora asciutto di fronte a quella che sarebbe stata la cascata della letteratura americana, come avrei potuto resistere a THE KANDY-KOLORED TANGERINE-FLAKE STREAMLINE BABY? Scoperta una mitologia che condensava tutto quello che di divertente e di interessante – per me – fosse concepibile, inquadrata nel tempo e nello spazio, arrivò L’ACID TEST AL RINFRESKO ELETTRIKO. Mi ero tenuto lontano da IL FALO’ DELLE VANITA’, che comunque ha un senso – la grande caccia all’imputato bianco, mhhhhhh – e Wolfe dà sempre il meglio di sè quando si butta nelle cose frenetiche che passano nella testa di uno quando è braccato alla vicina o alla lontana come Kesey o come Shermanino McCoy. A quel punto come sfuggire a LA STOFFA GIUSTA? (dopo aver provato a vedere il film in lingua originale: ci sono andati pesanti con il dialetto degli Appalachi)

LA CONFRATERNITA – Il senso della confraternita chiusa e inaccessibile ai borghesi, ma magari questo è un argomento che merita un articolo tutto per sè, dal momento che ci stiamo in mezzo direttamente. Un ego smisurato non è del resto peculiare dei piloti, può gonfiare anche uno che scrive recensioni di libri, anche se in genere più roba (protettiva/corazzata/imbottita/stagna) ci si mette addosso più l’ego cresce.

LI’ DOVE ACCADONO LE COSE – La capacità di essere dentro e al posto giusto: ed è proprio questa l’impressione che dà sempre Wolfe, per quanto TRS sia stato scritto a quasi venti anni di distanza dagli eventi: e magari complice anche il traduttore non ci sono cappellate in una materia tecnicamente delicata.

LA FOTTUTA STAMPA – I giornalisti sono sempre un problema, assediano i vostri giardini, violentano la vostra intimità, vi ficcano i microfoni in bocca: proteggetevene assegnando l’esclusiva della vostra vita a una sola testata, ci penseranno loro a quei bastardi. Dite che non esistono più testate come Life? Uno stronzo che twitta al quale dare l’esclusiva lo troverete, no?

MACH SU QUATTRO RUOTE – Una certa intimità con Jim Rathmann, che si era aggiudicato Indy ’60. Anche in questo caso John Glenn amava distinguersi: no V8, no carburatori quadricorpo Holley, no camere emisferiche,

MA PEUGEOT!

LE MOGLI DEGLI ASTRONAUTI – Wolfe bene bene descrive quello che girava attorno e dentro alle mogli degli astronauti. Noi opinione pubblica abbiamo delle aspettative imbecilli, Luise Shepard viveva nella NON ANSIA, per la prima volta dopo centinaia migliaia di collaudi sopra i deserti tra gli alberi di Giosuè sapeva esattamente dove si trovava il marito e però ci sono anche dei patti da rispettare, la massima ambizione sarebbe diventare amica di oh Jackie, Jackie, ma LA MOGLIE DI QUELLO CHE HA FATTO SALTARE IL PORTELLO (Grissom, che morirà nel primo Apollo 6 anni dopo la Liberty Bell 7, cazzo vedi che tutto torna come la campana della frizione di un camioncino International del ’47 da 3/4 di tonnellata con una scatola del cambio a 6 marce ma la ridotta però non la usava mai e quindi ne aveva alla fine 5 e altre modifiche di telaio e di motore che ne facevano il camioncino più incasinato che Neal avesse mai guidato tanto da spingerlo a scrivere proprio a Kesey in una lettera del 30 agosto 1965: alle 5 PM) fa la fine della paria sbattuta in una cerimonia del cazzo sotto una tendina in mezzo a una pista militare.

QUIZ? – Ma insomma, qualcuno sa dirmi chi è stato il primo astronauta cattolico? Gagarin ok, per contratto doveva esser ateo, insieme a tutti gli altri eroi della cosmonautica sovietica. I sette Gemini erano WASP al cubo con in cima il presbiterianesimo celeste di Glenn. Insomma?

TUTTI CE L’HANNO CON LYNDON – Foster Wallace non c’era andato tenero e anche qui fa spesso e volentieri la figura del fesso. Fosse fesso davvero? Leggeva favole su un libro al contrario?

Tom Wolfe – THE RIGHT STUFF

Posted in aviazione e letteratura, chuck yaeger, gemini spacecraft, la stoffa giusta, letteratura aeronautica, the right stuff, tom wolfe with tags , on 29 marzo 2012 by ruotenelvento

Presto su AVIODADA  la recensione di THE RIGHT STUFF, l’arte di Tom Wolfe dedicata ai primi anni dell’astronautica USA, da Chuck Yaeger alla conclusione del progetto Gemini.