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L’AEREO VALENTINO ZEICHEN

Posted in aviazione e letteratura, battle of britain, futurismo, italo balbo, letteratura aeronautica, mb 339 pan valle giulia, mimmo palladino, roma, valentino zeichen with tags , , on 5 febbraio 2017 by ruotenelvento

VALENTINO ZEICHEN POESIE.JPG

Come accade a tutti i poeti, non ci si accorgerebbe di quelli contemporanei se non li rendesse noti la morte. Anticipata, normalmente, da indigenza, casa fatiscente (abusiva) e ictus, al quale tutti cominciano ad urlare Legge Bacchelli, Legge Bacchelli! E come tutti gli intellettuali italiani, non ci si accorgerebbe che parlano di aviazione se non gli si sfogliassero a caso le opere. Valentino Zeichen – che è morto – scrive di aeronautica e di guerra con quella familiarità e quell’entusiasmo che in genere infastidisce la cultura ufficiale di un Paese che le guerre non ha mai denunciato di farle, gli sono sempre capitate un po’ per caso, ah.

Benché poi tutto romano, Zeichen nasce e trascorre i primi anni in una Fiume sorvolata dai B-17 in missione verso l’Austria (in FIUME 1944, p. 418, a “quote regali” in INFANZIA, p. 225). Non affronta l’aereo con leggerezza, ma sempre con proprietà scientifica

Dalle figurine copiammo in segreto / i progressi dell’aviazione nel secondo conflitto mondiale / e progettammo un velivolo dall’inedita linea aerofallica / battezzandolo ereticamente Vulcan. / Era un caccia strategico con ali a delta, / volava a basse quote tra le file dei banchi / sfuggendo all’intercettazione oculare / ed acustica della maestra. (1)

Il lavoro di Zeichen manifesta un’approfondita conoscenza non solo sul corto respiro, ma anche funzionale, tanto da spiegare meglio di molti tecnici meccanismi operativi, come per esempio la SIGINT

Da secoli i guardiamarina / tengono puntati i binocoli / sul passaggio dello stretto. / Ingigantita dalle lenti, / lo attraversa una squadra / d’incrociatori sovietici / della classe “Kirov”: / osservano il silenzio radar / per non lasciare impronte / nelle memorie di quelli inglesi. (2)

Se la guerra – come le donne e Roma, sempre, ma anche la Borsa, per esempio, nelle opere più recenti – è una costante, in profondità si muovono certe nitide ossessioni. Gibilterra, per esempio. L’altra è il radar (3), frequente occorrenza come il ghiaccio della Plath o l’aveugle di Eluard. Che l’Italia fosse stata all’avanguardia nello sfruttamento dei “raggi elettrici” e che nella Seconda Guerra Mondiale si procedesse ancora a vista è per Zeichen assolutamente intollerabile. Individua il problema in una differenza filosofica che ricorre spesso nei suo versi, quella che vede confrontarsi l’idealismo un po’ magico tedesco e il retorico umanesimo italiano con il neopositivismo anglosassone (4). Si scaglia con violenza contro questa cecità in una delle opere di Piccola Pinacoteca dedicata ad uno dei capolavori di una tardissima aeropittura, “INCUNEANDOSI NELL’ABITATO”, 1939, DI TULLIO CRALI che conlude

L’aereo in picchiata / si incunea fra assonometrici / grattacieli di N.N. / L’arretrata tecnica fascista / non allarma gli invisibili nemici, / avendo essa per scienza / solo la gonfia retorica, / e non il veggente radar. (p. 304)

VALENTINO ZEICHEN.jpg

Un MB339 PAN a Valle Giulia – probabilmente l’aviogetto che più si è avvicinato a Villalisorci, ultima e adeguata residenza di Zeichen il cui legame con Villa Borghese era fortissimo – sotto le ali del quale chiacchierano gli specialisti dell’AMI 

Zeichen butta lì con disinvoltura valutazioni tecniche di lucidità esemplare. POLVERE DI FUTURISMO è una sinossi dell’orientamento e del germe del fallimento della Regia Aeronautica, quella degli effimeri successi di Balbo

Fra un ragtime e l’altro / i falconieri angloamericani / estraevano dalla voliera / volatili rapaci da caccia, / ne ripiegavano i carrelli retrattili / dentro le panciute fusoliere / tenendo in considerazione / il decoro dell’aerodinamica. / Mentre Italo Balbo giocava / coi lenti, pigri idrovolanti, / specie di cassoni ingombranti; / aerei pompieri, appena buoni / per domare gli incendi / o fungere da guardia costiera. / Quell’incendiario Narciso / ammarava negli specchi / degli idroscali d’Italia / per ingigantire il riflesso. / Le appariscenti trasvolate / dal dispendioso spreco / furono la speciale idiozia / d’una tecnica obsoleta / che generò il mostro anfibio, / non del tutto inutile, poiché / ridivenne valore in lire / sui francobolli celebrativi. (p. 498)

Altro punto fondamentale di quegli anni l’aviazione navale, che coglie sia nella lungimiranza di YAMAMOTO (p. 217) che nel criminale difetto dei vertici militari italiani. Non risparmia infatti la Regia Marina con le sue “torte galleggianti da parata per la vista dei golosi gerarchi” (TRATTATO DI VERSAILLES, p. 214), mentre celebra l’eroismo sportivo degli incursori a lenta corsa (p. 222).

Una precisione tale quella di Zeichen che rimprovera l’indebita appropriazione di cui si rese responsabile Mimmo Paladino intitolando Cacciatore di Stelle una sua interpretazione del Piaggio P180 esposto nella Galleria Vittorio Emanuele II a Milano nel 2011. Ovviamente per il poeta di Starfighter ce n’è uno solo:

Forse il “Pennello” ignora / che il caccia F104 Starfighter / già volava nel millenovecentosessanta / lungo la Cortina di Ferro, / durante la Guerra Fredda; / inseguiva le Stelle Rosse / in coda ai MIG sovietici. / L’F104 sfiorava la velocità di Mach 2,4. / In accelerazione di gravità / i piloti svenivano dopo il decollo / incontrando la “visione nera”. / In Germania godeva fama / di “fabbrica di vedove” / anche di “bara volante”. / Complimenti all’artista. (5)

Se prevale l’interesse per la Seconda Guerra Mondiale, Zeichen è attento anche al contemporaneo. In ARTE BELLICO-MIMETICA (p. 420) mostra di non poter resistere a quell’opposizione vero/falso incarnata dai decoy che, realizzati dalla MVM di Torino, vennero utilizzati dagli irakeni durante la guerra del Golfo per ingannare i piloti della Coalizione.

Accanto ad un discorso narrativo diretto non poteva mancare quello allusivo. Soprattutto nell’amore, guerra e aviazione offrono un repertorio che Zeichen sfrutta con ironia. Dopo una serie di manovre acrobatiche con le quali lei lo scoraggia dall’inseguirla, AVIAZIONE (p. 40) si conclude con

Compresi quindi che stava col BARONE ROSSO /  e che non sarebbe più tornata in BARACCA.

Dresda diventa così espressione di una distruzione interiore, mentre l’aviazione si espande a rappresentare l’arte più nobile, la poesia stessa, macchina a volte in stallo dalla quale il pilota riesce a salvarsi soltanto eiettandosi. (6)

La poesia di Zeichen non è repulsiva, né oscura, né sperimentale, DICE VERAMENTE LE COSE. E’ un aristocratico mondano – e tanto – che non se la tira. E’ portarsi il caffè al tavolino e sedersi giusto un momento per leggere un pezzo di cronaca di Roma sul Messaggero. Solo più sorprendente, intenso, circostanziato e con tutto quel delizioso gusto di un abile spreco da sé e di una sottovalutazione dagli altri.

(1) SPAURACCHIO, p 46.

(2) GIBILTERRA, p. 203. L’esattezza dovuta alle Classi sovietiche/russe ricorre anche in DA ZOO GEOPOLITICA, p. 379.

(3) Anche in AI MITOMANI, p. 189.

(4) Soprattutto in BATTAGLIA D’INGHILTERRA, p. 206.

(5) IL P180 E L’F104, p. 468. La visione nera ricorre anche in ANALOGIE TRA IL CINEMA E UN QUADRO DI ANSELM KIEFER – “STERNEN FALL”, II, p. 441.

(6) I PERICOLI DEL VOLO, p. 389.

(testo e foto di Enrico Azzini, grazie a Silvia Mattioli per la sua copia di POESIE 1963 – 2014, Mondadori, Milano 2014)

GUIDA AGLI AEROPLANI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE: SPITFIRE, VERSATILITA’ E ALA UNIVERSALE

Posted in battle of britain, guida agli aerei, messerschmitt bf 109, mitsubishi zero, warbird with tags , on 9 settembre 2015 by ruotenelvento

GUIDA AEROPLANI SECONDA GUERRA MONDIALE SUPERMARINE SPITFIRE ALA UNIVERSALE - UNIVERSAL WING 02

Già a sentirne il nome fa impressione, un trionfo della ragione umana nella sua specifica sfumatura aeronautica: “ala universale”. Nulla sembra esserle precluso. Quanti elementi importanti ci riserva il Supermarine Spitfire! Progettato da Sir Reginald Mitchell, deriva dagli idrovolanti, veri e propri purosangue da corsa, che si aggiudicarono il Trofeo Schneider, la più prestigiosa e mondana competizione aviatoria degli anni Venti e Trenta. Il suo propulsore dal nome di mago – Merlin, Merlino – ha frequentato i musi e le gondole un po’ di tutti, dall’Avro Lancaster al Mustang, dal Buchon al Fiat G.59. Infine – uhhhh – quell’ala ellittica che permette a qualsiasi sprovveduto di affermare: sì, è uno Spit (e magari è un’Heinkel 112…). Il successo di una macchina è un gomitolo di elementi e tra questi è fondamentale la razionalità costruttiva. Il fatto che si parli di un”ala universale” già la dice lunga sull’attenzione che i progettisti ponevano su un corretto percorso di adattabilità e sviluppo. Il progresso nel combattimento aereo si esprime con il concetto che si è sempre in corsa e che quello che va bene oggi domani, in un modo o nell’altro, sarà già stato superato dall’avversario. Durante la Prima Guerra Mondiale il primo fucile da caccia portato a bordo sembrò un eccezionale miglioramento rispetto a una specie di ancorotto che sarebbe dovuto servire a squarciare le ali dell’avversario. Se nel 1939 una batteria di 8 mitragliatrici leggere da 7,7 mm sembrava costituire un’arma micidiale, sull’aereo contro il quale ci si sarebbe scontrati solo un anno dopo, e sul quale è stato installato un motore più potente per renderlo più veloce e una blindatura aggiuntiva, non avrebbe ottenuto alcun effetto. A causa del crescere della velocità la finestra in cui il bersaglio compare nel mirino si è ristretta e dovrò concentrare più colpi letali nell’unità di tempo su una struttura più solida, oppure sarò costretto, con tutti i rischi che ne conseguono, a effettuare più passaggi. Non esiste altro caccia della Seconda Guerra Mondiale che ha conosciuto più versioni di produzione dello Spitfire. È stato caccia, intercettore, cacciabombardiere, caccia-ricognitore fotografico. Ha operato da basi a terra o imbarcato sul portaerei. Ha svolto tutte queste missioni ad ogni quota possibile e ciò ogni volta ha comportato modifiche più o meno radicali all’aerodinamica e al motore. Il nostro Proteo nacque ovviamente con l’ala tipo A, in grado di ospitare l’armamento ritenuto sufficiente prima della Battaglia d’Inghilterra dell’agosto ’40, cioè le già citate 8 mitragliatrici da 7,7 mm. Ma nell’epico scontro tra la Royal Air Force e la Luftwaffe ci si rese conto che il tempo delle mitragliatrici era finito. Il Bf.109 E già era dotato di un paio di cannoni da 20 mm, che invece di piccole palle piene sparava grosse granate cave piene di esplosivo, e lo Spitfire passò all’Ala B. Su questa le due Browning interne venivano sostituite da due Hispano da 20 mm. Inoltre il rivestimento degli alettoni, quelle superfici mobili che servono a virare, passò dalla tela, che tendeva a deformarsi sotto sforzo, al più solido metallo delle leghe leggere per manovre più rapide e incisive. Il gradino successivo fu l’ala universale, cioè la tipo C. Le ore di manodopera per costruirla erano diminuite e permetteva di ospitare una vasta gamma di armi. La configurazione più potente portava 4 cannoni e 4 mitragliatrici da 7,7 mm, ma la più diffusa fu quella con 2 Hispano da 20 mm e 4 mitragliatrici. Su alcune versioni a lunga autonomia poteva essere dotata di serbatoi aggiuntivi che si estendevano su tutto il bordo d’entrata, mentre per missioni da cacciabombardiere potevano essere appese due bombe di piccolo calibro (113 kg).

GUIDA AEREI SECONDA GUERRA MONDIALE

Vuoi sapere di più sullo Spitfire e sugli altri velivoli della Seconda Guerra Mondiale? Con un testo semplice e leggero arricchito da inedite tavole schematiche AIRCRAFT FOR BEGINNERS prova a spiegare per quale motivo gli aerei siano progettati, costruiti e utilizzati in una maniera ben precisa. Se il lettore volesse poi vedere dal vero gli aerei esaminati in coda ad ogni capitolo trova le informazioni sugli esemplari in esposizione statica o in condizioni di volo più vicini al nostro Paese. Una guida per chi guarda l’aereo per la prima volta e con curiosità, ma nella quale anche gli appassionati più smaliziati potranno trovare più di un elemento di interesse.

Enrico Azzini – AIRCRAFT FOR BEGINNERS – 25 aerei della II Guerra Mondiale, IBN Editore, p. 114, EURO 13,00

SUPERMARINE SPITFIRE HOME COCKPIT – SPECIAL SALE – OFFERTA SPECIALE

Posted in battle of britain, home cockpit, kurtz airadelics, messerschmitt bf 109 with tags , , on 25 agosto 2014 by ruotenelvento


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Posted in battle of britain, flight simulator, home cockpit, kurtz airadelics, messerschmitt bf 109 with tags , , on 26 febbraio 2013 by ruotenelvento

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Posted in battle of britain, home cockpit, kurtz airadelics, messerschmitt bf 109 with tags , , on 17 aprile 2012 by ruotenelvento

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Posted in battle of britain, flight simulator, home cockpit, kurtz airadelics, messerschmitt bf 109, mock up, simulatori di volo with tags , , on 20 gennaio 2012 by ruotenelvento

AVIODADA presents his amazing production of warbird’s home cockpits!

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Posted in battle of britain, home cockpit, kurtz airadelics, messerschmitt bf 109 with tags , , on 18 novembre 2011 by ruotenelvento

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Posted in battle of britain, home cockpit, kurtz airadelics, messerschmitt bf 109 with tags , , on 6 luglio 2011 by ruotenelvento

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Posted in battle of britain, home cockpit, kurtz airadelics, messerschmitt bf 109 with tags , , on 15 febbraio 2011 by ruotenelvento

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ROYAL AIR FORCE 1940 – aircraft mock-up

Posted in battle of britain, flight simulator, home cockpit, kurtz airadelics, simulatori di volo with tags , on 18 ottobre 2009 by ruotenelvento

aviodada realizza i mock-up della serie Kurtz Airadelics. Si tratta di fusoliere ideate come piattaforme per simulatori di volo e predisposti per l’installazione di periferiche. I materiali utilizzati sono legno, compensato e crilex. Sui pannelli della fusoliera vengono applicate a spruzzo le colorazioni dei più celebri aerei della Seconda Guerra Mondiale.

ROYAL AIR FORCE 1940 – EURO 800 Per info enrico@ruotenelvento.it